L’opera analizza il tema della soggettività e della veridizione negli ultimi quattro corsi tenuti da Michel Foucault al Collège de France, con particolare riferimento agli ultimi due dedicati al governo di sé e degli altri.
L’idea è di leggere tutti questi argomenti attraverso il filtro del carattere, di per sé, tema non foucaultiano. Eppure, proprio nell’ultimo Foucault, sembra che si possa rintracciare un’attenzione a tale questione.
Si giunge così a presentare l’estetica dell’esistenza come un’epifania del carattere, mettendone in rilievo le affinità e le consonanze con la teoria e l’etica delle virtù, secondo una valenza autonoma e senza inclinare necessariamente a una teoria del bene esterna alla sua stessa dimensione.
Benché l’opera si concentri sugli aspetti etici del soggetto, del dir-il-vero e della parrhesia, l’ambito politico – centrale nell’opera di Foucault – non è affatto mortificato se si accetta, aristotelicamente, che l’ethos è una dimensione della politica e non dell’etica, e che è il carattere, dunque, a risolvere il problema del soggetto nell’ambito del politico.

Giorgio La Rocca è nato a Ragusa nel 1974. Si è laureato in Filosofia (1999) e in Storia della Filosofia (2011) presso l’Università degli Studi di Catania. È dottore di ricerca in Filosofia e Storia della Filosofia presso la Sapienza Università di Roma (2017). Già docente di Filosofia e Storia nei licei, è stato preside dell’Istituto Scolastico Italiano “G.B. Hodierna” di Tunisi e dirigente di istituti scolastici in provincia di Roma e di Catania. Attualmente è dirigente sindacale a Roma presso ANP-CIDA, Associazione dei Dirigenti e delle alte professionalità della scuola e della funzione pubblica. Ha pubblicato Il concetto di potere dopo Auschwitz, (Gruppo Albatros Il Filo, Roma, 2009) e altri articoli di filosofia su riviste di settore.